Pedagogia della Mediazione
La Pedagogia della Mediazione attribuisce alla presenza e all’azione della figura di una persona (il mediatore) lo sviluppo e l’arricchimento del processo di costruzione della conoscenza di ciascuno.
Feuerstein partendo dallo schema Stimolo – Risposta (S – R ), per lungo tempo teorizzato dai comportamentisti, a cui i primi cognitivisti come Piaget avevano interposto l’attività dell’organismo coinvolto ( S – O – R), aggiunge la presenza di un soggetto mediatore che si frappone tra lo stimolo e l’organismo e tra l’organismo e la risposta, in grado di modulare e di orientare la stessa attività cognitiva dell’individuo ( S – H – O – H – R), dove per “H” si intende: Human Mediator.
Lo Human Mediator opera in modo da garantire che tutte le informazioni che giungono al soggetto siano facilmente trattabili, diventino cioè più facilmente materiale di conoscenza e comprensione grazie all’attuazione di nuovi schemi elaborativi di natura organizzativa ed interpretativa.
Tratto da M. Di Mauro: Pedagogia della Mediazione come Pedagogia della Comunicazione in “Nuove Metodologie per la formazione, l’integrazione e lo sviluppo della persona” Anicia 2001.
L’Esperienza di Apprendimento Mediato si fonda sui seguenti assunti:
- Gli Esseri Umani sono modificabili
- L’individuo che sto educando è modificabile
- Io sono in grado di modificare la persona che sto educando
- Io stesso posso essere modificato
- La società può essere modificata dall’apporto delle singole persone che la compongono
Il mediatore è colui che agisce in modo che tutti gli stimoli divengano conoscenze; egli offre ai discenti la possibilità di imparare a raccogliere, interpretare e organizzare le informazioni ricevute dall’ambiente e, di conseguenza, di rendersi via via autonomi nell’apprendimento, capaci di adattarsi con flessibilità a tutte le situazioni nuove.
Questa modalità di rapportarsi riguarda tutte le persone significative che nell’arco della vita hanno un ruolo attivo nell’apprendimento dell’individuo: prima di tutto i genitori a cui si affiancano gli insegnanti , gli allenatori sportivi , i tutor nell’ambito lavorativo, i terapisti della riabilitazione ecc.
L’Esperienza di Apprendimento Mediato è la base fondamentale della metodologia Feuerstein e, al di là degli aspetti comuni e rilevanti, appare in forme differenti nei diversi contesti e situazioni.
Feuerstein fissa alcuni criteri che caratterizzano l’azione del mediatore, i primi tre si distinguono dagli altri perché si presentano come universali comparendo in ogni tempo e cultura e sono :
- Intenzionalità e reciprocità
- Trascendenza
- Mediazione del significato
La mediazione può realizzarsi in forma diretta, quando il mediatore si interpone fra il bambino e gli stimoli; in forma indiretta, quando il mediatore crea le condizioni perché gli stimoli selezionati incidano sulle funzioni cognitive del bambino, attraverso una presentazione dello stimolo che solleciti la ricezione di determinati elementi e la scoperta delle loro relazioni.